L’entusiasta è etimologicamente chi ha il dio dentro di sé (greco év – theòs ), l’invasato, il posseduto mentre nell’accezione italiana corrente è colui che si lascia prendere da intensa gioia, eccitamento, passione.
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Ma quando penso alla composizione più o meno poetica, diciamo al risultato che si ottiene assecondando l’irrefrenabile impulso di dare voce a un’idea e soprattutto ad una rivelazione visionaria che senti sgorgare irrefrenabile da te e che abbisogna delle parole per esistere, bene, quando penso a tutto questo vedo la parola entusiasmo balenarmi davanti. Si perché ti senti invasato, ti senti posseduto: è il dio che parla attraverso di te.
Questa mia percezione trova conforto nel pensiero di Platone (Ione): il poeta è ekphron, fuori di senno perché i suoi versi scaturiscono da una privazione del nous, la facoltà intellettiva. Il poeta non è in sé perché è entheos: il dio lo invade, lo possiede e lo spinge oltre i confini dell’io cosciente.
I poeti non compongono per merito di techne ossia della perizia,né per episteme, la conoscenza. I poeti compongono i loro versi come i rapsodi che li recitano perché una forza divina imprevedibile, theia dynamis, prorompe servendosi del poeta e del rapsodo.
Ora questa pomposa premessa fa storia a sé. Mi faceva piacere parlarne e raccontarla. Non è successo martedì sera. Quello che invece è accaduto è che raccogliendo le belle parole che gli amici del Lupo e il Contadino ci hanno regalato è venuto fuori un racconto più o meno poetico e che per me filava e fila perfettamente. Mi piace che siano parole reputate da ciascun “donatore” la più bella secondo lei/lui della lingua italiana. Questo fatto le carica di una forza in più.
E mi piace constatare come si accordino perfettamente tra loro.
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La vita ti coglie così, improvvisamentee le sue radici, bellissime,affondano capovolte nell’universo.È nella sua naturala sorpresail viaggio il suo sensoe l’amore il suo sangue.Ti fa suo amanteti regala, se vuoientusiasmo e libertàti catapulta oltreti dà il coraggio di brillaree ti conduce lontanocon le vele spiegatedi un galeone ebbro di vino.La vita ti fa maschio e ti fa femminati rende allievo ed insegnanteti dona le lacrime e ti apre al sorrisoti sconquassaeppure le chiedi ancoraun’emozione ancora.E se i tuoi occhi si colorano di nuovodelle tinte di un tramontonon puoi che dirlegrazie.
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